Non solo reclutamento, formazione e gestione del personale: sono tante le competenze e le abilità richieste ad un HR manager. Alla preparazione di questa figura può contribuire anche qualche bella storia che arriva dal grande schermo.
Flessibilità, empatia, capacità di ascolto e di comunicazione, attitudine al problem solving, spirito di squadra. Quando si parla di Risorse Umane non sono mai abbastanza le competenze da applicare nella gestione delle persone al lavoro. Se da una parte la formazione specialistica si va facendo via via sempre più complessa e articolata perché, soprattutto negli ultimi anni, il ruolo del Responsabile delle Risorse Umane si è fatto meno amministrativo e più manageriale, dall’altra si è aggiunto anche un nuovo aspetto che dà valore a questa professione: alcune capacità e attitudini che sono comunemente chiamate soft skills, una serie di competenze trasversali sempre più importanti.
La funzione HR (Human Resources) ha assunto un ruolo sempre più centrale e strategico all’interno delle organizzazioni e per questo rappresenta un settore in continua espansione. In tutte le aziende e in tutte le società di selezione, che sia una figura interna o esterna, c’è sempre un Responsabile delle Risorse Umane. Questo vuol dire che anche le opportunità di carriera sono in continua espansione ma l’evoluzione di questo profilo professionale, al quale è richiesto di essere sempre più performante e formato, ha inevitabilmente portato con sé anche l’esigenza di acquisire nuove competenze e conoscenze, oltre a qualche abilità “inedita”.
Assodato che dopo la tua laurea hai ancora bisogno di una formazione specifica se vuoi lavorare come HR Manager, in questo articolo ti proponiamo anche un modo più leggero, che sicuramente ti piacerà, per completare la tua preparazione orientata alla valorizzazione del capitale umano e per esercitare una giusta curiosità di “vedere le cose da dentro” anche se in modi ricostruiti e a volte iperbolici per ragioni di copione, proprio come accade nei film.
Se aspiri a diventare tu stesso un talento nella selezione dei migliori talenti per le aziende, devi essere aperto a captare ovunque preziosi insegnamenti senza porti limiti di fonti e supporti di studio. In questo senso delle belle e utili suggestioni possono arrivare anche da alcuni film sull’argomento. Se hai già visto qualche pellicola sul tema forse ti sarà già capitato di rendertene conto.
I film che abbiamo elencato in questo articolo non sono certamente tra i più noti, ce ne sono molti altri ben più famosi, ma siamo quasi sicuri che tu li abbia già visti o sentiti. Pensiamo a “Risorse Umane” di Laurent Cantet, disponibile su molte piattaforme streaming, che rappresenta un vero cult-movie nella cultura delle HR oppure a “Tutta la vita davanti” di Virzì che tratta l’argomento da un altro punto di vista.
Mettiti comodo, allora, e premi “play” su almeno uno di questi titoli:
1. Il responsabile delle risorse umaneQuesta pellicola del 2010 diretta da Eran Riklis, è tratta da un romanzo di Abraham Yehoshua, scrittore, drammaturgo e accademico israeliano. Un film divertente ma con una vena amara che rappresenta un esempio semplice, chiaro e diretto delle emozioni e sensazioni di chi ogni giorno vive tra licenziamenti e assunzioni. Un ambiente nel quale, inevitabilmente, si intrecciano storie personali dei dipendenti e quelle dei manager, anzi del manager: il responsabile delle risorse umane di un grande panificio di Gerusalemme. Una trama suggestiva e ricca di colpi di scena che si arricchisce anche di riflessioni sul riscatto morale e la ricerca di sé. Naturalmente, consigliamo anche la lettura del romanzo.
Brad Pitt è il protagonista di questo film uscito nel 2011 che solo apparentemente è un film sul baseball. Secondo Morandini, la più celebre guida cinematografica italiana, “È la storia di Billy Bean, general manager degli Oakland Athletics, squadra californiana che, perduti i giocatori migliori assoldati dai club più ricchi, decide di ricostruirla in modi nuovi, rivoluzionari”. Ad impartire un’efficace lezione sull’importanza di valutare il potenziale delle persone, anziché sulle capacità del singolo, nell’ottica dello spirito di squadra e dei vantaggi a servizio dell’intero team è proprio il personaggio interpretato dal Brad Pitt che mette l’accento su una visione che spesso passa in secondo piano nella gestione delle risorse umane a disposizione di un’azienda.
Una pellicola un po’ vecchiotta (1999, con una giovanissima Jennifer Aniston) ma considerata un vero e proprio cult comico, sempre attuale per gli insegnamenti pratici (e gli esempi anche un po’ estremi) su tutto ciò che un manager delle risorse umane non deve fare per evitare che i dipendenti si rivoltino contro l’azienda. È anche una grande lezione per i dipendenti che, a volte, per timore tacciono quando invece è la loro voce che potrebbe dare valore e migliorare l’azienda.
In realtà si tratta di una commedia che dovrebbe essere guardata con occhi meno superficiali: teniamo conto che il regista di Office Space (il titolo originale del film) è Mike Judge, uno dei creatori di “Beavis & Butt-head” un cartone degli anni ’90 celebre per la sua caustica critica sociale.
La gestione delle diversità all’interno di un team di lavoro può avere anche il volto dell’integrazione razziale, soprattutto nelle imprese multinazionali. Oggi è molto facile trovarsi a lavorare gomito a gomito con colleghi di altre nazionalità specie in scenari di grande respiro ed è sempre utile contemplare anche questo aspetto. Una lezione magistrale in tal senso arriva dalla Hollywood star Denzel Washington. Questo film (uscito nel 2000) è tratto da una storia vera e in questi due decenni è diventato un must per la sua visione ispirata ad una gestione equa del team e alla valorizzazione delle diversità.
5. Lo stagista inaspettato
Ce lo ricordiamo tutti per l’inusuale esperienza del manager navigato, interpretato da Robert De Niro, che si ritrova a fare lo stagista in “terza età” presso un amministratore delegato giovanissimo (e bellissimo) che ha il volto di Anne Hathaway. Ciò che l’anziano stageur viene chiamato a fare è l’assistente alla general manager dalla start-up “About The Fit”, un e-commerce di abbigliamento. Proprio il rovesciamento di ruoli e situazioni costituisce una bella lezione di integrazione tra generazioni diverse tra le quali, dimostra il film, si può creare un equilibrio perfetto grazie all’attitudine alla flessibilità e alla capacità di comunicazione. Ma non solo. Il film ci restituisce anche l’idea che è possibile “non arrendersi mai”. E se ce la fa il personaggio interpretato da De Niro stai pur certo che chiunque, anche dopo qualche anno dalla laurea e un po’ di esperienza sulle spalle, può imparare ancora: è proprio questo ciò che ci tiene in vita.
Non è una novità che molti coach inseriscano nei loro corsi motivazionali di crescita personale e professionale scene prese in prestito dal cinema per portare degli esempi concreti riguardo a certe dinamiche della gestione dei talenti. Ci sono molti studi che dimostrano l’efficacia delle lezioni che il grande schermo può regalarci, anche grazie al meccanismo di identificazione di chi guarda nei personaggi del film. È importante misurarsi prima con le situazioni e guardare un film può aiutarci a indagare le nostre sensazioni e, eventualmente, “ciò che avremmo fatto al posto di…”
Così il caso pratico di certe situazioni rappresentate nelle pellicole cinematografiche può produrre un risultato immediato e concreto: puoi renderti conto della tua visione dei fatti immedesimandoti nelle scene, puoi capire quali sono i punti, eventualmente, da rinforzare, quali le competenze che hai o che ti mancano. Ma non solo.
Anche se nella maggior parte dei casi si tratta di storie inventate e persino esagerate, i film mettono sempre in evidenza le soft-skills anche perché sono quelle che più di tutte afferiscono alla sfera delle emozioni e quindi “funzionano meglio” al cinema e nelle logiche di una storia da raccontare. Questo è un modo per capire quanto possono essere importanti e centrali e per stimolarti ancor di più a colmare le tue lacune in questo senso con un master specifico e pratico.
Se hai una laurea (o sei un laureando) in indirizzi umanistici, economici, psicologici o giuridici e aspiri ad aver una possibilità interessante nel mondo della direzione del personale, hai bisogno di una formazione specifica che tenga il passo con il settore HR, in forte evoluzione.
La tua aspirazione è diventare un manager che gestisce le risorse umane. È ciò che hai sempre sognato.
Anche grazie a questi film, sai che è importante avere una formazione globale in senso gestionale e manageriale, ma molto specifica sul settore, ampio e complesso. Inoltre non puoi fare a meno di avere competenze tecniche di digital recruiting perché i canali di comunicazione e di informazione rivolti all’interno e all’esterno dell’azienda si muovono sempre di più su questi terreni.