L’emergenza sanitaria ha cambiato gli assetti economici mondiali e con essi il peso dei settori professionali. Il mercato farmaceutico è considerato tra i più vitali e importanti dell’economia globale.
Il settore farmaceutico non ha mai conosciuto grandi crisi, ma dopo la recente pandemia è innegabile che goda di ottima salute. Le motivazioni sono diverse: dai corposi investimenti in ricerca, all’impegno in termini economici e di tempo nel campo della sperimentazione, con l’obiettivo di ampliare il parco delle terapie efficaci.
La riorganizzazione del lavoro non si è fatta attendere e il settore Pharma oggi deve fare i conti con una serie di novità. Da una parte la ridefinizione dei ruoli professionali, dall’altra un nuovo modo di considerare il paziente, aspetti che necessitano di essere approfonditi e analizzati per poter comprendere le dinamiche di settore attuali.
I numeri del mercato farmaceutico in Italia
La pandemia da Covid-19 ha messo a dura prova l’economia del paese, ma per il mercato farmaceutico è stata l’occasione per crescere e raddoppiare in termini di punti percentuali. Il merito è sicuramente dei vaccini, ma non solo. Concorrono al successo anche tutti i medicinali che in questi anni hanno popolato le case degli italiani e gli ospedali, alle prese con la cura dei sintomi lievi e non causati dal virus Covid-19.
L’ultimo rapporto dell’European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations, la Federazione delle industrie farmaceutiche europee, mostra come il mercato farmaceutico italiano sia ai vertici della produzione europea, insieme a Germania e Francia, per un valore di 34,4 miliardi di cui l’85% è determinato dalle attività di export.
3,1 miliardi di euro il valore degli investimenti suddivisi tra Ricerca e Sviluppo e impianti di produzione, come riporta Farmindustria nel documento Indicatori farmaceutici – luglio 2022.Tra i plus del settore anche l’aver conquistato il primo posto per tematiche quali l’open innovation e gli accordi di innovazione con le università e i centri di ricerca, la formazione, il welfare aziendale e il sostegno alla genitorialità.
Il futuro, secondo il Report The Global Use of Medicine in 2019 and Outlook to 2023 sarà ancora più redditizio. Il mercato farmaceutico mondiale supererà il valore complessivo di 1,5 trilioni di dollari nel 2023, mentre per l’Italia è prevista una crescita importante in termini di spesa farmaceutica: si passerà da una media di 34,4 miliardi di dollari nel periodo 2014-18, a una spesa di 40-44 miliardi nel quinquennio 2019-23.
Ottime premesse per chi sta iniziando una formazione specialistica in questo settore e ha scelto un master in Management dell’industria farmaceutica. Ma cosa chiedono le aziende ai nuovi professionisti del settore?
Il nuovo mercato farmaceutico italiano: professioni, competenze chiave, peculiarità
Il cambiamento non si traduce solo in grandi numeri, ma anche in aspetti che toccano da vicino l’organizzazione del lavoro, nello specifico processi e ruoli.
La pandemia ha aperto nuovi scenari e favorito la ricerca di nuove figure professionali con competenze in ambito sales, marketing, legal e digital. Il paziente è diventato cliente e questo comporta l’introduzione di politiche di customer experience, con l’obiettivo di rendere l’esperienza d’acquisto la migliore e soddisfacente possibile.
Diventano così appetibili, per le grandi aziende del settore, persone pronte a mettere in atto strategie sulla base dei dati provenienti dalle piattaforme digitali, come siti web e social network.
Le nuove soft skill digitali affiancano competenze tecniche come la telemedicina, il monitoraggio a distanza, i trial virtuali, la possibilità di acquistare i farmaci online. Possiamo dire che si sta affermando sempre più l’era della Digital Healt nella quale le competenze manageriali sono fondamentali.
Ai nuovi manager del settore Pharma le aziende chiedono competenze nell’analisi e interpretazione dei big data, nell’applicazione della realtà aumentata, negli usi e nelle possibilità della robotica, nei vantaggi del cloud computing e della cyber security. A questo si uniscono le competenze trasversali, come la gestione del cambiamento, il pensiero critico e il saper fronteggiare le proprie emozioni e quelle altrui.
Coloro che vorranno ricoprire un ruolo manageriale nel settore farmaceutico dovranno necessariamente investire in formazione, dando vita a processi di contaminazione tra le diverse aree di lavoro. Lo scambio generazionale, il confronto aperto e la possibilità di interfacciarsi con altri professionisti del settore saranno l’occasione per iniziare a dettare strategie di medio lungo periodo che tengano conto di tutti gli aspetti aziendali, dalle vendite al benessere dei dipendenti.
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