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The Future of Work 2024

Due ore intense di confronto sul futuro del lavoro e su come l'impatto culturale della Generazione Z stia influenzando le dinamiche del mercato lavorativo.

Il round table sul tema "L'impatto della Generazione Z sulla cultura del lavoro e l'avvento della Me Economy", promosso dal Tavolo "The Future of Work" di Diplomatia Italia, ha sottolineato il ruolo della GEN Z in relazione al futuro del mercato del lavoro.

Tra i partecipanti al Tavolo, moderato da Ernesto D’Amato, CEO Radar Academy e svoltosi presso il Consiglio Nazionale Economia e Lavoro, si annoverano HR Manager di aziende nazionali e internazionali, socie e non di Diplomatia, influencer rappresentanti della GEN Z e diplomatici di vari paesi dell'UE, attivi sul tema.

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Le richieste principali dei giovani candidati nel 2024 sono molteplici:

  • una settimana lavorativa più corta con pari stipendio;
  • la possibilità di lavorare da qualsiasi luogo;
  • orari flessibili. 

Queste esigenze stanno plasmando un nuovo modello lavorativo, centrato sui bisogni individuali e il benessere mentale.

 

“Me Economy”: il futuro è l’economia dell’individuo

L’espressione "Me Economy" descrive la tendenza delle nuove generazioni a subordinare le scelte professionali al proprio benessere, preferendo un equilibrio tra vita privata e lavoro. Questo significa:

  • maggiore facilità di abbandonare il "posto fisso";
  • minore disponibilità al sacrificio incondizionato;

La rivoluzione culturale in corso richiede a tutti gli attori del mercato del lavoro di garantire la convivenza tra GEN Z e generazioni precedenti, e di accogliere le nuove istanze, riconsiderando valori, modelli organizzativi e processi di gestione delle persone per attrarre giovani talenti e mantenere la competitività del sistema socio-economico.

 

Riflessioni e soluzioni emerse dal tavolo di confronto

La Generazione Z, si stima, rappresenterà il 58% della popolazione lavorativa globale nel 2030. Dal confronto, aperto con i saluti del Presidente del CNEL, Prof. Renato Brunetta, sono emerse molteplici riflessioni che pongono l’accento sulla necessità di cambiare, in relazione al mondo del lavoro, il paradigma delle generazioni precedenti.

Leadership e management

È necessario un lavoro quotidiano capace di mettere in comunicazione il "vecchio" e il "nuovo" management, rompendo le gerarchie aziendali verticali e promuovendo la cultura dell'unicità delle persone. I nuovi modelli di leadership devono basarsi su valori, non solo sul controllo.

Talent Attraction e people retaining

Le aziende devono puntare su strategie di branding e comunicazione sincere, basate sull’ascolto e soluzioni concrete. È importante coinvolgere i talenti condividendo modelli valoriali e il purpose, piuttosto che mission e modelli di business. Bisogna trattare le generazioni come blocchi uniformi, riconoscendo la diversità delle persone come valore aggiunto.

Carriere e sacrificio

Le nuove generazioni chiedono un’evoluzione del concetto di sacrificio verso una cultura più costruttiva, valorizzando il lavoro quotidiano come atto sacro.

Il senso del lavoro

La visione del lavoro sta cambiando verso una maggiore qualità, equilibrio vita-lavoro e benessere. Queste esigenze, portate all'attenzione della Gen Z, sono ora priorità trasversali a tutte le generazioni.

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GEN Z e mondo del lavoro: la visione di altri Paesi Europei

La Dott.ssa Hanna Laurén dell'Ambasciata della Finlandia ha sottolineato che il lavoro non dovrebbe essere contrario ai valori e alla morale, e dovrebbe basarsi sulla produttività piuttosto che sulla quantità di ore lavorate. 

La Dott.ssa Martina Skok dell'Ambasciata della Slovenia ha parlato delle sfide per le PMI slovene e dell'importanza di un orientamento professionale e della valorizzazione delle competenze.

In sintesi, il round table ha evidenziato come la Generazione Z stia trasformando il mondo del lavoro, richiedendo un approccio più flessibile, inclusivo e orientato al benessere.

Per conoscere meglio Diplomatia Italia, e i confronti dedicati al mondo del lavoro, ti invitiamo a leggere l’articolo dedicato al Tavolo “Future of work” coordinato dal CEO Radar Academy Ernesto D’Amato.

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